Descrizione
In occasione della Giornata Internazionale della donna, l'amministrazione comunale ha voluto organizzare un evento in presenza di pubblico, proiettando lo spettacolo teatrale dell'autrice-giornalista Filomena Vasellino "TI AMO DA MORIRNE", all'interno dell'aula consiliare del Comune. L'organizzazione dell'evento è subordinata al rispetto delle normative anti-Covid. Ancora una volta il mondo delle istituzioni e della politica a vari livelli non possono rimanere indifferenti alle forme di violenza che caratterizzano le vite di troppe donne e, se tanto è stato fatto in termini di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, ancora, tuttavia, non c'è una normativa che aiuti realmente le donne a sentirsi tutelate. Il considerevole aumento dei casi di violenza sulle donne, anche e soprattutto nella fase più dura e restrittiva della pandemia, ha richiamato di nuovo l’attenzione sulla necessità di “fare qualcosa” di concreto per arginare il problema, senza limitarsi solo a letture psicoanalitiche di un dramma davvero orrendo. Un Paese, per essere ritenuto veramente civile e al passo con i tempi, ha bisogno di lavorare ancora molto per abbattere gli stereotipi ed affrontare alla radice il problema, altrimenti si rischia di rimanere ancorati soltanto a sterili "buoni propositi". Molti sono gli elementi alla base dell’annosa questione ed affrontarli tutti sarebbe impresa non da poco, tuttavia su alcuni punti si può mettere l’accento, con l’auspicio che diventino utili spunti di riflessione personale e comunitaria e consentano di pensare a come cambiare certe assurde mentalità. Pertanto crediamo vivamente che sia necessario ripartire dalle famiglie e soprattutto dalle scuole, perché l'educazione ai sentimenti è la prima strada da percorrere per fissare l'idea che l'AMORE NON È POSSESSO. Ogni forma di educazione, poi, prevede un linguaggio adeguato e sistemi comunicativi efficaci, che arrivino dritti al cuore dei problemi, lasciando il segno e orientando a stili di pensiero e di vita civili, democratici, umani. Molto è già stato fatto e molto ancora si può e si deve fare da parte di tutti i servizi, gli enti e le organizzazioni che possono dare il loro contributo in tal senso. Una corretta comunicazione aiuta innanzitutto a capire che esiste un problema a cui bisogna trovare una soluzione e tutto ciò che è improntato su questa strada può favorire una sempre più forte presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica, innescando meccanismi di reazione e di protesta contro qualsiasi forma di barbarie e di avvilimento della specie umana. Un libro, un racconto, un film: queste forme di comunicazione possono fare molto, possono accendere lampadine, dare vita a nuovi progetti e proposte di legge, inculcare un nuovo modo di pensare e di agire, aiutare tutti a “saper comunicare con le donne”, a saperle ascoltare in ogni contesto di vita personale e sociale, a sostenerle nel loro impegno quotidiano, volto, nella maggior parte dei casi, alla salvaguardia dei diritti di ognuno, soprattutto se si tratta di persone disabili e disagiate. Riuscire a creare ambienti comunicativi sereni e costruttivi può già esser un buon punto di partenza per giungere alla consapevolezza che se la donna non è amata, rispettata, valorizzata e sostenuta non potrà mai esserci una società migliore. In questo triste momento, non possiamo esimerci dal rivolgere un pensiero alla popolazione ucraina, vittima di una guerra senza senso, frutto della follia di una singola persona. Anche in questo triste momento le donne stanno avendo un ruolo fondamentale, sono madri e mogli che stanno combattendo per la loro terra, cercando di difendere i propri figli con tutti i mezzi a loro disposizione. Sono ancora bambine e adolescenti costrette a rinunciare alle loro abitudini quotidiane, ai loro interessi, ai loro sogni e alle loro aspirazioni. Spegnere il sorriso di una donna è un delitto e un obbrobrio, spezzare il cuore di una donna che deve abbandonare un marito o un compagno o un padre e salvare i propri figli in un’altra terra, sperando nella solidarietà e nell’accoglienza di persone estranee è una forma di violenza gratuita, senza senso….e per chi è abituato a vivere nella democrazia e nella libertà dovrebbe essere un monito ad assumersi molte responsabilità nella vita civile e politica di un Paese, affinché non si dia mai più a nessuno la possibilità di instaurare regimi dittatoriali e violenti. Se si prendesse esempio dalle donne che, nel passato e nel presente, danno quotidianamente testimonianza di convivenza civile e democratica, di collaborazione e dialogo, di solidarietà e accoglienza, di silenzio e preghiera, di forza e coraggio, di ottimismo e responsabilità, potremmo davvero augurarci di vivere in un mondo migliore.
Sabrina e Marilena